Variante sudafricana. Ritmo allarmante del virus e teorie oltraggiose contro i vaccini

by Amref Health Africa

Boniface Hlabano, Responsabile Programmi di Amref Health Africa in Sudafrica, da Pretoria, capitale del Paese, racconta la lotta al COVID-19 del Paese che ha recentemente superato il milione di casi e i 34 mila decessi. In questo allarmante scenario, si aggiunge l’ansia della variante 501.V2 che, come racconta Hlabano, terrorizza una popolazione già impaurita ed indebolita dalla prima, forte ondata. Il vaccino in arrivo e i relativi miti da sfatare rappresentano una delle più grandi preoccupazioni di Hlabano perché, come spiega: “l’ignoranza è ciò che di più pericoloso possa esserci, durante una crisi”.

Com’è la situazione attuale in Sudafrica?
Il COVID-19 in Sudafrica si sta diffondendo ad un ritmo allarmante, con una media di 13.000 nuovi casi al giorno. Con 15.046 nuovi casi tra il 12 ed il 13 gennaio 2021, il Paese è anche al sesto posto tra i Paesi del mondo con più casi registrati in 24 ore. Il 28 dicembre scorso, il Sudafrica ha superato il milione di contagi, un numero che rappresenta più di un terzo dei casi registrati nell’interno continente. Infine, ad oggi, sono stati fatti circa 7.287.100 tamponi nel Paese, e la percentuale quotidiana dei nuovi positivi sul numero di tamponi fatti è di circa 14%. Inoltre, solo nelle prime 2 settimane del 2021, il Paese ha registrato più di 4.600 morti per COVID-19.

Quali sono le zone più colpite?
Il Gauteng è la provincia del Sudafrica più colpita del Paese, e conta un totale di 341.460 casi. È la provincia più piccola, più industrializzata e più ricca del Paese e per questo motivo gli spostamenti e la potenziale diffusione del virus, sono più semplici, soprattutto nel periodo delle festività. KwaZulu-Natal è la seconda provincia del Paese per numeri di contagi, una tendenza forse attribuibile al fatto che si tratta della provincia più popolosa del Sudafrica. Considerando inoltre le condizioni di vita e la fragilità dei sistemi sanitari presenti nelle aree rurali, è possibile anche che il COVID-19 si sia rapidamente diffuso laddove l’obbligo di restare a casa, il distanziamento sociale e le pratiche igieniche necessarie, sono abitudini che difficilmente possono essere rispettate a pieno.

Quali sono le conseguenze più preoccupanti della crisi, al di là dell’allarmante numero di decessi e contagi?
I ricoveri ospedalieri stanno ora aumentando rispetto alla prima ondata, con oltre 15.000 persone attualmente ricoverate con COVID-19 negli ospedali nazionali, di cui un terzo in terapia intensive. Tutto ciò sta mettendo a dura prova le strutture sanitarie e il personale. I letti in terapia intensiva sono affollati e la richiesta elevata. Un’ulteriore conseguenza di cui si parla poco, ma che sta influenzando profondamente la popolazione, risiede nel fatto che i luoghi di sepoltura stanno esaurendo in tutto il Sudafrica. La carenza di bare, i ritardi nelle sepolture e la carenza di spazi mortuari sono realtà difficili da accettare, per coloro che perdono un proprio caro.

Come sta reagendo la popolazione alla minaccia della nuova variante del virus (501.V2)?
Esistono reazioni contrastanti rispetto alla minaccia della nuova variante del virus 501.V2, ma il sentimento più diffuso tra le popolazioni è sicuramente la paura, accompagnata dalla confusione e dallo sfinimento. Il virus 501.V2 è stato identificato per la prima volta a metà novembre 2020, tuttavia, secondo gli esperti, potrebbe essere presente nel Paese da agosto. Le persone, tuttavia, hanno iniziato a considerare la minaccia vera e propria di un nuovo virus, forse più contagioso e pericoloso, intorno alla fine di dicembre 2020. Tutto ciò si è successivamente concretizzato a gennaio 2021, dopo gli annunci degli scienziati e del ministro della Salute.

Quali sono le opinioni delle persone sul vaccino?
Ci sono opinioni contrastanti riguardanti il vaccino COVID-19, che vanno dall’entusiasmo alla paura causata da miti dilaganti e da idee sbagliate che alcuni propagano. Due delle teorie più oltraggiose che hanno influenzato molti a temere il virus sono la tesi che vede la rete 5G collegata all’epidemia di COVID-19, e la tesi che sostiene che i bianchi siano già stati vaccinati, e che i vaccini in arrivo in Africa abbiano lo scopo di sterilizzare o addirittura uccidere i neri per ridurre la loro popolazione e consentire così la ricolonizzazione dell’Africa. Purtroppo, l’ignoranza è ciò che di più pericoloso possa esserci, durante una crisi. Si stanno ora considerando diversi metodi per far capire a coloro che rifiutano il vaccino che la vaccinazione è un metodo semplice, sicuro ed efficace per proteggere le persone dalle malattie, prima che entrino in contatto con loro. I capi di Stato, gli opinion leader e altri personaggi di spessore, stanno per esempio considerando di vaccinarsi in pubblico, per dimostrare la propria fiducia nel vaccino.

Cosa ti rattrista e cosa ti spaventa di più della situazione attuale?
Gli alti tassi di mortalità e di contagiosità della variante 501.V2, mi spaventano enormemente. I ricercatori sanitari e gli scienziati locali che guidano la strategia contro il virus stanno attualmente valutando se i vaccini contro COVID-19 daranno protezione anche contro il nuovo ceppo. Quest’ulteriore incognita allarma molto.

Cosa sta facendo Amref in Sudafrica?
Grazie ai finanziamenti dell’Africa CDC (Africa Centres for Disease Control and Prevention), stiamo lavorando con il Ministero della Salute per aumentare la ricerca ed il monitoraggio dei contatti in cinque diverse province. Con lo stesso scopo, abbiamo formato 906 operatori sanitari della comunità per mobilitare ed educare le comunità sull’importanza di cooperare con le autorità sanitarie nella ricerca e nel monitoraggio dei contatti, nonché sull’importanza della quarantena e dell’isolamento per aiutare a spezzare la catena dell’infezione. Abbiamo inoltre implementato 60 tracciatori di contatti e investigatori di casi, e fornito loro telefoni cellulari per condurre il tracciamento. Infine, abbiamo implementato e attrezzato 36 addetti ai dati per aiutare a raccogliere, analizzare e segnalare i dati sulla tracciabilità dei contatti.

Quante persone sono state raggiunte tramite questa attività?
Questo progetto ha raggiunto 13.239 persone che erano state identificate come contatti diretti con casi confermati. L’82% di loro è stato sottoposto a screening e il 69% è risultato positivo al COVID-19 ed è stato quindi messo isolamento e in collegamento con una struttura sanitaria dedicata, ove necessario.

C’è una storia che ci vuoi segnalare in questa lotta al COVID?
Nella provincia di Free State, il giorno dopo la fine della formazione, un operatore sanitario di comunità si è avvicinato al Capo locale per chiedergli di convocare un incontro comunitario urgente per parlare alle persone dell’importanza di aderire alle norme di prevenzione COVID-19. Può sembrare banale, ma per me questo mostra la traduzione immediata della conoscenza in una messa in pratica, e lo trovo piuttosto stimolante.

Credit Foto: Kelvin Gitonga

Article first published on vita.it

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