ROMA – focus/ aise – È giunto alla sua terza edizione “Open Africa Power”, progetto per la formazione di alto livello nel campo dell’energia, realizzato da Enel Foundation con il sostegno e il contributo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Il progetto coinvolge 60 partecipanti sui temi dell’energia; viene realizzato in parte in Italia ed in parte in Africa, con un approccio olistico, volto a formare figure professionali per il settore pubblico, privato e accademico, e con l’obiettivo di sostenere la transizione energetica e in grado di garantire un accesso all’energia universale nei diversi Paesi di provenienza dei partecipanti.
Fra i partner accademici di Enel Foundation figurano: Strathmore University di Nairobi, University of Cape Town, Politecnico di Torino, Politecnico di Milano, Università Bocconi, Venice International University and Florence School of Regulation.
Con avvio dal febbraio 2020, il progetto sarà articolato in sei mesi di corso online più due moduli di formazione residenziale: una settimana in Africa e due settimane in Italia.
Il modulo in Africa – dopo Kenya e Etiopia negli anni scorsi – si terrà quest’anno in Sud Africa presso la Graduate Shoool of Business dell’Università di Cape Town.
L’invito a presentare candidature è aperto fino al 31 ottobre. I dettagli sui requisiti sono contenuti nel bando in inglese disponibile sul sito di Enel Foundation: www.enelfoundation.org. Design italiano al servizio della salute e della sicurezza dei più piccoli in Africa. È questo Kokono™, un porta-bimbo pensato e progettato per servire i bisogni delle comunità a basso reddito, in primis dell’Africa Sub-Sahariana, presentato il 2 ottobre scorso da De-LAB e Amref a Milano, al Salone della CSR e dell’Innovazione Sociale.
Kokono™, che in un dialetto ugandese significa “zucca vuota”, è nato per proteggere i neonati dai principali rischi sanitari e di sicurezza domestica o outdoor.
In Uganda – primo Paese in cui verrà presentato grazie alla collaborazione con la Federazione delle Piccole e Medie imprese locali – l’elevato tasso di mortalità infantile si rifà a tre cause principali: malattie infettive – tra cui la malaria, che incide per il 20% – incidenti domestici dovuti all’assenza di riparo specifico per i neonati e attacchi da parte di roditori e rettili.
Ad inizio 2020 partirà la produzione dei primi 1000 esemplari di Kokono™.
De-LAB si prefigge di continuare le attività di progettazione e produzione dell’oggetto in Uganda, seguendo i principi del Business Inclusivo. Accanto al lavoro di produzione, verranno sviluppati moduli per l’educazione sanitaria neonatale in affiancamento con Amref Italia e Amref Uganda.
Kokono™ – ideato in Italia e brevettato a livello internazionale – è unico nel suo genere e contribuisce al tema della salute ma anche all’empowerment di genere, e allo sviluppo sostenibile. Un modello di business che include produzione e distribuzione in loco, moduli educativi e – come amano dire De-LAB e Amref – storie di amore e ninna-nanne.
De-LAB è una Società Benefit che affianca imprese, istituzioni e non-profit realizzando progettazione, consulenze, ricerca e formazione nel campo dell’Inclusive Business, dell’Innovazione Sociale e della Comunicazione Etica d’Impresa.
Amref Health Africa è la più grande organizzazione non-profit che si occupa di salute in Africa, dal 1957. Ogni anno beneficiano dei progetti di Amref oltre 10milioni di persone. Nell’ambito dei progetti di Cooperazione Civile e Militare (CIMIC) del Contingente Italiano in Libano, coordinati da unità provenienti dal Multinational CIMIC Group di Motta di Livenza, un team specializzato dell’Arma dei Carabinieri proveniente appositamente dall’Italia, si occupa da alcune settimane di prestare assistenza, attraverso la “Terapia Multisistemica in Acqua – Metodo Caputo Ippolito”, a bambini libanesi con disturbi dello spettro autistico e disturbi generalizzati dello sviluppo, provenienti da famiglie particolarmente disagiate.
Dopo una prima fase in cui sono stati valutati i casi dei nuclei familiari, così da individuare punti di forza e criticità di ciascun soggetto, i bambini verranno seguiti lungo un percorso riabilitativo personalizzato, con un focus terapeutico rivolto alla compromissione delle abilità sociali, ai disturbi della comunicazione e alla presenza di interessi ed attività stereotipate.
Si tratta del cosiddetto metodo “Caputo Ippolito” messo in pratica dai Carabinieri, un processo riabilitativo globale finalizzato a stimolare, in modo graduale e cumulativo, i diversi sistemi di funzionamento del bambino (relazionale, cognitivo, comportamentale e motivazionale).
Tramite una valutazione mirata delle peculiarità e degli aspetti disfunzionali di ciascun soggetto, il protocollo utilizza l’elemento acquatico come mezzo per agevolare il raggiungimento degli obiettivi terapeutici e, progressivamente, l’integrazione con il gruppo di riferimento.
L’iniziativa CIMIC del contingente italiano, attualmente su base Brigata Aosta, impegnato nella Missione UNIFIL, che proseguirà anche in futuro con i contingenti italiani di prossimo avvicendamento, ha ricevuto una spinta propulsiva grazie alla fattiva collaborazione con le autorità locali e con il Centro per disabili “Al Hanan” di Abbasyah, attraverso la protezione dell’infanzia e l’aiuto ai genitori meno abbienti, con lo scopo principale di offrire le stesse possibilità di inserimento nella vita quotidiana anche a bambini affetti da patologie neuro-psicologiche.
“Il legame fra la comunità locale ed il contingente internazionale della Missione UNIFIL, ed in particolare con il contingente italiano, sta diventando, giorno dopo giorno, sempre più forte e sempre più profondo”, sottolinea lo Stato Maggiore della Difesa. “I Caschi Blu italiani continuano nella loro incessante opera di sostegno alla popolazione locale tra concretezza dei progetti realizzati e la necessità di ascoltare, costantemente, le autorità locali per la pianificazione di fabbisogni e necessità future”. Per gli organizzatori, “il successo di questa iniziativa è il risultato di un lavoro svolto in costante simbiosi tra militari e istituzioni locali, frutto della sensibilità maturata in questi anni da UNIFIL e dalla migliore società libanese”. (focus/aise)
Article first published on https://www.aise.it/anno/al-fianco-dei-pi%C3%B9-deboli/136917/1
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