ROMA – Numeri terribili sono arrivati oggi dall’UNICEF, nella “Giornata dell’acqua”, una ricorrenza istituita dalle Nazioni Unite nel 1992, prevista all’interno delle direttive dell’agenda 21, risultato della conferenza di Rio del giugno 1992. “Più di 700 bambini sotto i cinque anni – spiega il presidente dell’UNICEF, Francesco Samengo – muoiono ogni giorno a causa di diarrea legata a servizi idrici e igienico-sanitari inadeguati. Ben 160 milioni di minori vivono in zone ad alta o estrema siccità; circa 500 milioni in zone ad altissimo rischio di inondazioni”. Dall’altra, infauste previsioni arrivano dalla FAO: i Paesi dell’Africa Sub-Sahariana saranno le prime vittime dei cambiamenti climatici. Come se non bastassero i 7,6 milioni di sfollati in fuga da conflitti a cui si sono aggiunti 2,6 milioni di profughi del clima (solo nel 2019) e le gravissime situazioni verificatesi in Etiopia, Somalia, Sudan e Sud Sudan.
Africa a forte rischio. “La pandemia Covid 19 rischia infatti di estendersi e colpire duramente anche l’Africa – avverte Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa-Italia, l’Organizzazione Non Governativa che, come sua missione principale, si occupa di salute in Africa, dove opera dal 1957 – ed anche per questo dobbiamo oggi occuparci di acqua: proprio dove i sistemi sanitari sono fragilissimi, dove i centri di rianimazione intensiva si contano sulle dita di una mano. L’acqua pulita è la chiave di tutto, non si può parlare di salute senza parlare di acqua”.
I dati Amref. Secondo i dati che accompagnano una nota diffusa oggi da Amref, nell’Africa sub-sahariana solo il 24% della popolazione può accedere a servizi idrici sicuri, contro un tasso mondiale del 71%. Le principali cause di morte sono la diarrea, causata, appunto, dalla mancanza di acqua pulita e di igiene e le infezioni del tratto respiratorio inferiore, che poi diventano bronchiti e polmoniti. Secondo il responsabile della Salute e Nutrizione di Azione contro la Fame, Antonio Vargas, “misurare” l’estensione del Covid19 in queste regioni sarà difficile, ma “è facile supporre che il tasso di mortalità sarà più alto che in Europa o in Cina”.
Acqua, Medioriente in ginocchio. In Siria, a causa dell’escalation del conflitto, i bisogni umanitari legati all’acqua colpiscono 15,5 milioni di persone. Le infrastrutture idriche sono state distrutte; l’inflazione, oltre che i tassi di cambio, ha aumentato il prezzo dell’acqua a tal punto che, per ottenerla dalle autocisterne, alcune comunità spendono in media circa fino al 25% del reddito familiare. Nello Yemen, sempre per la guerra, 19,7 milioni di persone non hanno accesso a un’adeguata assistenza sanitaria e in 4 milioni dipendono dalle autocisterne. In questa situazione, non sorprende che il Paese abbia dovuto fronteggiare, fin dal 2016, la peggiore epidemia di colera che il mondo abbia mai conosciuto, con 1,7 milioni di persone colpite e quasi 3.500 morti.
Acqua e Covid 19. Spiega a Repubblica-Mondo Solidale Simone Garroni, direttore generale di Azione contro la Fame, Ong che in questi giorni sta coordinando una serie di interventi in risposta all’emergenza sanitaria planetaria negli oltre 45 Paesi in cui è impegnata: “Senza accesso all’acqua pulita e potabile, non c’è igiene. E laddove non c’è igiene, si registra inevitabilmente un tasso più elevato di malattie. Questa crisi sanitaria, connessa all’emergenza coronavirus, deve indurci a riflettere sulla circostanza che il bisogno di acqua sicura sia, oggi, più che mai essenziale per preservare la salute di tutti noi e che, nei Paesi più poveri, vada considerato al pari della necessità di dissetare e sfamare”.
La campagna Amref. Per la Giornata dell’Acqua, Amref lancia la campagna “Dove c’è acqua la vita scorre” e presenta un corto doppiato da Fiorella Mannoia: al centro l’equilibrio “rotto” da continui periodi di siccità e forti inondazioni, conseguenze di un preoccupante cambiamento climatico (guarda il trailer). Una delle protagoniste del corto “Qualcosa si è rotto” è Nice Nailantei Leng’ete, ambasciatrice mondiale di Amref Health Africa contro le mutilazioni genitali femminili, che, per il suo impegno, è stata inserita, dal Times, tra le 100 persone più influenti al mondo.
L’acqua contaminata. “Il cambiamento climatico può influenzare la quantità e la qualità dell’acqua potabile disponibile, di cui i bambini hanno bisogno per sopravvivere”, avverte il Presidente dell’Unicef, ricordando che circa la metà della popolazione mondiale, “più di 3,5 miliardi di persone, hanno penuria idrica per almeno un mese all’anno, di cui circa 2 miliardi per almeno sei mesi all’anno”.
L’accaparramento dell’acqua. Per combattere contro l’accaparramento dell’acqua, che la rende indisponibile per più di un miliardo di persone Amref, in collaborazione con Water Grabbing Observatory, consegnerà le firme, raccolte attraverso una petizione, al Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu e al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare. Obiettivo: chiedere alle istituzioni che venga garantita in Africa, come in Italia, acqua sicura a tutti.
Le previsioni. Il cambiamento climatico non farà che aumentare il rischio di contaminazione delle riserve idriche e malattie come il colera e il tifo, a cui i bambini sono particolarmente vulnerabili. “L’aumento delle temperature – spiega il presidente Unicef, Francesco Samengo – può portare ad agenti patogeni letali nelle fonti di acqua potabile, rendendo l’acqua pericolosa da bere per i bambini. L’innalzamento del livello del mare sta facendo sì che l’acqua dolce diventi salata, compromettendo le risorse idriche su cui si basano milioni di persone; l’abbassamento del livello dell’acqua può portare al prosciugarsi delle fonti d’acqua tradizionali, costringendo le giovani ragazze e le donne a percorrere lunghe distanze, esponendole a rischi di violenza, nonché al peso fisico del trasporto di carichi pesanti su lunghe distanze. L’aumento del tempo necessario per raccogliere l’acqua significa meno tempo ed energia per i bambini per andare a scuola, contribuendo ad aumentare il tasso di abbandono”.
“Iraq senza fiumi”. E’ il titolo del webdoc presentato oggi, per la Giornata mondiale dall’Acqua, e realizzato dalle giornaliste Sara Manisera e Arianna Pagani, assieme alla Ong italiana “Un Ponte Per”, da 30 anni operativa in Iraq. Racconta la crisi idrica irachena e la lotta di alcuni giovani per salvare il fiume Tigri, le antiche Paludi Mesopotamiche e il patrimonio ambientale del Paese, messi a rischio dai cambiamenti climatici, dall’inquinamento prodotto dalle industrie petrolifere, dalla cattiva gestione politica, dalla costruzione di dighe a monte da parte di Turchia e Iran.
Agire ora. Ma come?
L’acqua è una risorsa salvavita e dovrebbe essere trattata come tale. L’Unicef ha stilato un sorta di road map:
1) migliorare il modo in cui estraiamo, utilizziamo e gestiamo le risorse idriche per ridurre le emissioni di gas serra essenziale per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico;
2) la transizione verso sistemi idrici ad energia solare;
3) rafforzare la cooperazione transfrontaliera e tra le regioni per gestire le risorse idriche e affrontare gli impatti climatici che vanno oltre i confini nazionali. Ciò richiede un’azione coordinata da parte degli Stati colpiti.
4) I servizi idrici e igienico-sanitari nelle città, nelle comunità, nelle scuole e nelle strutture sanitarie dovrebbero essere resilienti al clima per garantire l’accesso sostenibile all’acqua potabile per tutti i bambini nel tempo.
5) tra tutti gli attori, i rischi climatici dovrebbero essere integrati in tutte le politiche e i servizi legati all’acqua e alle strutture igienico-sanitarie, e dovrebbero essere effettuati investimenti per raggiungere le popolazioni ad alto rischio.
Article first published on https://www.repubblica.it/solidarieta/emergenza/2020/03/22/news/acqua-251993020/
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