News

Covid, dalle pozioni magiche ai pochi vaccini: che cosa sta succedendo in Africa

Quasi 20.000 dosi di vaccino AstraZeneca finite nell’inceneritore. Distrutte perché scadute. La notizia viene dal Malawi, paese simbolo di un’Africa che non riesce a tenere il passo nella lotta contro il coronavirus. Per mancanza di risorse economiche, di organizzazione logistica, di strutture sanitarie, ma anche a causa di guerre e conflitti interni. E ancora, per questioni legate alla tradizione e alla cultura di alcuni paesi del Continente.

I dati del Covid in Africa riportano di 4.635.517 contagi e 124.437 decessi all’11 maggio scorso. Numeri ancora relativamente bassi. Ma l’allarme riguarda il futuro prossimo: il numero dei contagi, negli ultimi 15 giorni, è aumentato del 30% e continua ad accelerare. Una situazione esplosiva, riassunta così in un recente articolo pubblicato da Lancet: «Se non si interviene subito e di più con i vaccini, l’Africa rischia di tornare indietro di 15-20 anni». L’allarme è dettato soprattutto dalla cronica incapacità di reazione all’emergenza.

Partiamo proprio dal Malawi, paese simbolo di quanto sia difficile, in zone povere e isolate dal resto del mondo, creare una catena di distribuzione rapida ed efficace. Secondo quanto riporta la Bbc i vaccini, prodotti in India con scadenza il 13 aprile, erano stati consegnati al governo del Malawi il 26 marzo: un lotto di 102mila dosi, che si erano andate ad aggiungere alle 360mila arrivate all’inizio di marzo. Troppe. Su disposizione dell’Organizzazione mondiale della Sanità, 19.610 dosi sono state distrutte. Come il Malawi il Congo, che ha ricevuto complessivamente un milione e 700.000 dosi con scadenza al 24 giugno, e che alla fine di aprile era riuscito a somministrarne poco più di mille. O come il Sud Sudan, che ha comunicato la scadenza di 60.000 dosi donate dall’Unione africana dopo che l’inizio della campagna di vaccinazione era stata rimandata per problemi logistici. Il primo dei quali è costituito dalle difficoltà legate al cosiddetto «ultimo miglio»: una volta usciti dalle grandi arterie stradali, per arrivare ai villaggi possono volerci giorni.

Ritardi logistici, ma anche carenza di forniture: «I Paesi africani stanno scivolando sempre più indietro rispetto al resto del mondo», ha denunciato Matshidiso Moeti, direttrice per l’Africa dell’Organizzazione mondiale della sanità: «Ora il Continente vale appena l’1 per cento del totale delle inoculazioni, mentre solo poche settimane fa eravamo al 2».

I vaccini arrivano con il contagocce, in rapporto alla popolazione del Continente. La maggior parte delle consegne proviene dal programma internazionale Covax, nato proprio per la distribuzione di vaccini ai paesi più poveri. La Covax Facility, insieme all’Unicef, partner chiave per la distribuzione, ha distribuito circa 90 milioni di dosi di vaccino contro il Covid alla regione africana nel primo trimestre del 2021, per un impegno complessivo di 600 milioni di dosi entro l’anno per coprire totalmente il 20-30% della popolazione. I paesi più virtuosi, ad oggi, sono il Marocco con oltre 10 milioni di somministrazioni effettuate, la Nigeria (964.387 dosi somministrate), il Ghana (599.128 dosi) e il Kenya (340.121 dosi). Ma parliamo di un Continente che ospita 54 stati, con una popolazione totale di 1,216 miliardi di persone e una speranza di vita (media) di 57 anni. Secondo quanto riportato in un recente incontro organizzato da Amref Health Africa per immunizzare il 60% del continente serviranno circa 1,5 miliardi di dosi. E i costi oscillerebbero tra gli 8 e i 16 miliardi di dollari. Il problema è che non si può fare diversamente: le carenze del sistema sanitario del paese, la mancanza di strutture, di ospedali e laboratori vede l’Africa costretta a rifornirsi all’estero. Il 99% dei vaccini usati nel Continente, non solo quelli anti-Covid, sono prodotti fuori dal paese.

Tracciamento dei casi, prevenzione, tamponi: la capacità di testare in Africa, inoltre, è drammaticamente bassa, per non dire inesistente. Il continente non riesce nemmeno a censire i suoi morti. Solo 8 paesi su 54 hanno una struttura demografica (come l’Istat in Italia) capace di registrare le vittime del Covid. Il che significa che la stragrande maggioranza delle morti non vengono notificate.

Poi ci sono le guerre. L’Africa è anche il Continente dei conflitti mai sopiti, delle guerre dimenticate, delle violenze nascoste agli occhi del mondo. Come quelle del Camerun, dilaniato dal 2016 dalla guerra tra e governo e ribelli indipendentisti e messo sotto scacco al Nord dagli attacchi dei terroristi di Boko Haram. Che hanno iniziato e proseguono la loro insurrezione nella confinante Nigeria, causando negli anni un esodo biblico di profughi. Gruppi armati di diversa etnia, spesso legati allo stato islamico, colpiscono anche paesi come Ciad, Niger, Burkina Faso, Mali, Congo attaccando e depredando per finanziarsi anche i convogli delle missioni umanitarie e sanitarie. La drammatica vicenda dell’uccisione, i primi di marzo, dell’ambasciatore italiano a Kinshasa Luca Attanasio, attaccato da ribelli locali mentre viaggiava con un convoglio di una delegazione del World Food Program, è soltanto una delle tante testimonianze di quanto sia difficile, soprattutto nel cuore dell’Africa, anche solo pensare di poter portare a termine una campagna di vaccinazione di massa.

Ostacolata anche dalle tradizioni e dalle credenze religiose: un sondaggio della Gallup condotto in 18 paesi africani ha rivelato la diffusione della credenza nella stregoneria, e nel parziale o totale rifiuto della medicina occidentale, soprattutto nella parte sub-sahariana del Continente.  Il 95% in Costa D’Avorio, l’80% in Senegal, il 77% in Ghana e Mali. Il presidente della Tanzania, John Magufuli, ha dichiarato alla nazione che non varerà nessun piano di vaccinazione di massa e che gli unici rimedi contro il Covid sono le preghiere e le inalazioni di vapore, per poi consigliare un prodigioso antidoto illustrato nei dettagli dal Ministro della Salute Dorothy Gwajima. Un preparato a base di di zenzero, cipolle, limone e pepe. Chiunque ne farà un uso continuato, assicurano le autorità sanitarie, acquisirà l’immunità dal Covid.

Article first published on https://ilpiccolo.gelocal.it/italia-mondo/esteri/2021/05/20/news/covid-dalle-pozioni-magiche-ai-pochi-vaccini-che-cosa-sta-succedendo-davvero-in-africa-1.40294468

Amref Health Africa

Amref Health Africa teams up with African communities to create lasting health change.

Recent Posts

Empowering Frontline Heroes: A New Era for Community Healthcare

By Lusayo Banda, Communications Manager-Amref Health Africa Malawi For over a decade, Paul Chakamba has…

2 days ago

Climate Change Grants For Africa Is A Good First Step. But We Must Do More

Authors: Desta Lakew, Group Director, Partnerships and External Affairs, Amref Health Africa; and Alvin Tofler Munyasia,…

2 days ago

Amplifying the Global South’s Voice on Climate Finance at COP29

On the sidelines of the 2024 UN Climate Conference (COP29), Amref Health Africa and the…

6 days ago

COP29: African Countries Must Wake Up from ‘Distributed Carbon Emission Guilt’ to People-Centered Climate Action

Global warming is no longer just an issue for the environment but a crisis of…

6 days ago

COP 29 and health: The basics

What is COP 29 and why is it important? COP (Conference of the Parties) is…

6 days ago

COP29 Co-Chairs Publish Draft Text On Climate Finance Goal During Third Day Of Conference

Co-Chairs publish draft text for the New Collective Quantified Goal (NCQG), described as workable basis…

6 days ago