Sono passati quasi due anni dal primo caso di COVID-19 in Africa, rilevato in Egitto a febbraio 2020.
Ad oggi, nel continente dove vivono 1 miliardo e 300 milioni di persone, sono stati segnalati oltre 10 milioni di casi e più di 231 mila decessi, con oltre 90 milioni di test eseguiti.
Il 13 gennaio 2022 gli esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità hanno tenuto la prima conferenza stampa virtuale sulla situazione pandemica COVID-19 in Africa.
Il Dott. Abdou Salam Gueye, Direttore Regionale nella gestione delle emergenze dell’OMS in Africa, ha aperto la sessione con una dettagliata panoramica sullo stato del continente.
“In 30 Paesi africani è stata rilevata la variante Omicron – e in 142 Paesi a livello globale -, e il tasso di mortalità in tutto il continente è aumentato del 64% nelle ultime settimane”.
Rispetto agli obiettivi proposti dall’OMS – che entro la fine del 2021 almeno il 40% delle popolazioni di tutti i Paesi fosse vaccinato, e il 70% entro la metà del 2022 – il Dott. Gueye ha dichiarato: “Solo 7 Paesi africani hanno raggiunto l’obiettivo di vaccinare il 40% della propria popolazione, e 26 hanno raggiunto a malapena il 10%”.
Questo – ha sottolineato – “non ha nulla a che fare con l’esitazione vaccinale o con l’incapacità del personale. Il problema è semplice: il continente africano non ha ricevuto i vaccini che gli spettano”.
“Le prime statistiche suggeriscono che la quarta ondata in Africa è stata ripida e breve ma non per questo meno destabilizzante. La contromisura cruciale per la pandemia di cui c’è un disperato bisogno in Africa è l’aumento rapido e significativo delle vaccinazioni COVID-19. La prossima ondata potrebbe non essere così clemente”, ha affermato la Dott.ssa Matshidiso Moeti, Direttrice Regionale per l’Africa dell’OMS.
Nel corso della sessione è intervenuta la Dott.ssa Anita Graham, Intensivista, Università di Witwatersrand, Sud Africa. Ha affermato che, nell’ospedale in cui opera, “non c’è un solo paziente ricoverato in terapia intensiva, che abbia ricevuto un ciclo vaccinale completo negli ultimi sei mesi”. Questa – secondo la Dott.ssa Graham – “è l’ennesima conferma del fatto che il vaccino rimane il metodo più efficace, se non l’unico, per proteggerci a lungo termine dal virus, e per far sì che il COVID-19 non diventi endemico”.
L’impegno di Amref
Per questo motivo, Amref Health Africa, dall’inizio dell’emergenza si è impegnata ad offrire supporto formativo, professionale, logistico e pratico, dove e quando possibile.
L’intervento di Amref è iniziato a metà marzo 2020, quattro giorni dopo la rilevazione del primo caso di COVID-19 in Kenya e lo stesso giorno del primo caso in Tanzania.
Un’azione in dieci Paesi dell’Africa orientale, meridionale e occidentale che ha prodotto risultati significativi.
Quasi 30 progetti specifici, volti a mitigare gli effetti del COVID-19, sono stati lanciati nelle comunità, e la riprogrammazione ha permesso ad altri 45 progetti in corso di incorporare il COVID-19 nei loro piani di implementazione.
10 milioni di giovani sono stati raggiunti e sensibilizzati, 5,4 milioni di persone in Africa sono state raggiunte con misure di prevenzione e controllo delle infezioni, e 250.000 operatori sanitari sono stati formati negli interventi di risposta al COVID-19 in tutto il continente.
La tecnologia digitale ha inoltre consentito ad Amref di raggiungere i beneficiari su vasta scala in più sedi.
Con la realizzazione di numerose campagne multimediali e di comunicazione, Amref ha raggiunto più di 15 milioni di persone, compresi i giovani. Interventi critici come lo sviluppo di comunicazioni nella lingua dei segni e in braille e il supporto per garantire una buona salute mentale hanno contribuito ad assicurare che nessuno fosse lasciato indietro.
L’impegno in Uganda
Ad oggi, l’Uganda sta affrontando una grave carenza di ossigeno. Amref Health Africa in Uganda, per questo motivo, si è impegnata per distribuire bombole di ossigeno a tre ospedali: Kiruddu National Referral Hospital, Arua e Gulu Regional Referral Hospitals.
Il Dr. Patrick Kagurusi, Country Manager di Amref in Uganda, ha dichiarato che prevedono di fornire 30 bombole di ossigeno a ciascuno degli ospedali, aggiungendo che il supporto viene dall’American Tower Corporation.
“Nel corso della seconda ondata di COVID-19 nel Paese, una delle maggiori sfide è stata l’insufficienza nella distribuzione e la fornitura di ossigeno. Quindi abbiamo fatto richiesta di aiuto e siamo lieti che l’American Towers Corporation abbia risposto tramite i nostri uffici negli Stati Uniti”, ha spiegato.
In Uganda, inoltre, Amref ha intrapreso una campagna di vaccinazione di massa porta a porta nelle zone più remote del Paese, arrivando a vaccinare anche 3.000 persone in un solo giorno.
L’iniziativa è stata accompagnata da diverse attività di sensibilizzazione nei villaggi e nei mercati locali, per tutto il periodo natalizio.
L’impegno in Sud Sudan
In ambito vaccini, dal 15 ottobre 2021 in 9 strutture sanitarie del Sud Sudan della zona di Tonj Sud, Nord ed Est, Amref-CCM sta svolgendo un ruolo fondamentale nella campagna vaccinale contro il COVID-19.
Solo nei mesi di novembre e dicembre, sono state vaccinate 8.233 persone.
Fino al 31 marzo 2022 il lavoro di Amref proseguirà per garantire il trasporto dei vaccini contro il COVID-19, l’organizzazione di 4 uscite in clinica mobile al mese con 4 persone a bordo per ogni struttura sanitaria coinvolta (2 vaccinatori e 2 figure di supporto), l’organizzazione di attività di formazione per i volontari di comunità sulla promozione della vaccinazione, e molto altro.
In Sud Sudan, Amref è stata coinvolta per supportare la campagna vaccinale sotto le direttive del programma COVAX.
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