ROMA – Una donna su tre in tutto il mondo ha subito qualche forma di violenza fisica o sessuale nella propria vita. A causa della pandemia, un numero sempre più elevato di donne e ragazze in tutto il Pianeta sono a rischio di violenza di genere. “Tutto ciò deve finire – dice in sostanza la nuova campagna di AMREF Health Africa #NoMoreViolence.
Le testimonianze. “Sono Ibrahim, ho 39 anni e vivo nella regione di Tanga, in Tanzania. Mia sorella ha subito la mutilazione proprio davanti ai miei occhi. Ho visto quanto ha sofferto”. “Sono Nice, ho 28 anni. A 9, fuggii dal mio villaggio, in Kenya, per sottrarmi alla mutilazione. Adesso lotto affinché ogni ragazza possa diventare la donna dei propri sogni… proprio come me.” “Sono Talaso, e non sono una vittima, sono una voce”. Queste sono tre delle cinque testimonianze dei “Champions” di Amref Health Africa, che sostengono la lotta contro la violenza di genere. Ibrahim, Nice, Talaso, Diram e Hiwot hanno raccontato le loro storie in occasione del lancio di una nuova iniziativa social, contraddistinta dallo slogan: “#NoMoreViolence: Daring to speak up”, letteralmente “Niente più violenza: osare parlare”.
I numeri delle violenze e delle mutilazioni genitali. La violenza di genere comprende abusi fisici, sessuali, verbali, emotivi e psicologici, ma anche privazioni economiche o educative. Nel mondo, 200 milioni di donne e bambine hanno subito mutilazioni genitali femminili (FGM); tra le vittime, 44 milioni sono bambine fino a 14 anni, e 3,9 milioni di ragazze sono a rischio ogni anno. Ogni anno, 2 milioni di ragazze di età inferiore ai 18 anni si sposano nell’Africa sub-sahariana. “Ogni volta che torno nel villaggio in cui sono cresciuta, quando vedo i volti sorridenti di ragazze coraggiose, intelligenti, audaci e belle, so perché sono in missione per combattere la mia lotta contro le mutilazioni genitali femminili”, dice Nice. “Nessuno può dire ad una ragazza che non può, perché lei può. Ogni ragazza ha una voce e ogni ragazza può diventare la donna dei propri sogni. Libera e indipendente.”
La salute sessuale e riproduttiva. E’ uno dei pilastri principali di intervento di Amref Health Africa e, da decenni, l’organizzazione lavora con le comunità in Tanzania, Kenya, Etiopia, Uganda, Malawi e Senegal, per contrastare le FGM. In molte comunità, Amref ha lavorato e lavora per sostituire le FGM con Riti di Passaggio Alternativi (ARP), sensibilizzando le comunità e rendendole protagoniste del loro stesso cambiamento, lavorando con i governi e i Ministeri competenti. “Ho subito la mutilazione a sei anni – prima di molte altre ragazze”, spiega Talaso. “Ma non sono una vittima, sono una voce. Il mio taglio non definirà chi sono. È stata l’esperienza più dolorosa della mia vita, e le conseguenze sono state altrettanto devastanti, ma ho deciso di uscirne forte, di trionfare su ciò che ho subito e realizzare i miei sogni. Quando le donne mi dicono “siamo inutili” o “non siamo apprezzate”, spiego loro che non possono essere definite da ciò che è stato fatto loro. Ogni ragazza ha uno scopo nella vita, ogni ragazza è nata con un grande potenziale e ogni ragazza ha bisogno dell’opportunità di realizzare se stessa e coltivare il suo potenziale”.
I matrimoni e le gravidanze precoci. Amref promuove un futuro privo di violenza di genere, lottando per contrastare i matrimoni precoci, le gravidanze adolescenziali, la violenza domestica e le mutilazioni genitali femminili. Ad oggi, Amref ha sottratto circa 20.000 ragazze in Kenya e in Tanzania dalle FGM. “Anche i bambini vengono sottoposti ai riti di passaggio”, spiega Ibrahim. “Io sono stato circonciso lo stesso giorno in cui mia sorella minore, che ai tempi aveva 12 anni, è stata sottoposta alla mutilazione. Non andò bene, perse una grande quantità di sangue e rischiò di morire. Mi sentivo impotente perché, nelle mie condizioni, non potevo aiutarla. Dopo questo rito di passaggio, è stata data in sposa, senza possibilità di scelta, o alternative. Quel giorno, tra me e me, ho pensato, quando finirò la scuola, farò della mia missione proteggere le ragazze dalla violenza. Sono stato enormemente influenzato da mia sorella che ha subito la mutilazione proprio davanti ai miei occhi – ho visto quanto ha sofferto”.
Si può partecipare e far sentire la propria voce.
– Scrivi “No More Violence” sul tuo palmo;
– Scatta una foto e condividila su Instagram;
– Tagga e sfida 3 amici a partecipare alla campagna;
– Tagga: @AmrefHealthAfrica;
– Utilizza gli hashtag: #NoMoreViolence #EndGBV
Article first published on https://www.repubblica.it/solidarieta/diritti-umani/2020/06/10/news/donne-258860754/